Intorno all’anno 900, gli arabi edificarono il Castello di Pietrarossa, una fortezza strategica su una serra calcarea che domina la valle del Salso, importante via di comunicazione verso sud della Sicilia centrale. La posizione del castello permetteva il collegamento visivo con il Castello di Pietraperzia, in una zona ricca di coltivazioni di frumento.
Il nome della zona, Murra, deriva dall’arabo mnra che significa “rosso”, espressione di preminenza e forza, simile all’etimologia dell’Alhambra di Granada.

Importanza storica e caratteristiche
Nel Medioevo, il castello di Pietrarossa fu protagonista di eventi storici di rilievo: durante la guerra dei Vespri siciliani, fu teatro di incontri tra baroni e della spartizione della Sicilia tra i quattro Vicari.
Parzialmente crollato nel XVI secolo, il castello fu smantellato nei secoli successivi per ricavarne materiale da costruzione per il convento dei francescani, cappelle del cimitero e abitazioni del quartiere Angeli.
Oggi restano parziali cortine murarie e due torri, quella centrale e una torre di vedetta a nord. Gli scavi hanno riportato alla luce antiche cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, una delle quali fu usata come carcere fino al XV secolo.
Leggende e scoperte
Scavi ottocenteschi rivelarono l’ingresso di una galleria sotterranea, forse una via di fuga, poi subito murata, da cui nascono molte leggende sulla “Caltanissetta sepolta” con cunicoli nascosti sotto la città.
Tra le rovine venne scoperto il sepolcro della principessa Adelasia, nipote del re Ruggero, vestita di velluto verde con una corona metallica. Da questa scoperta nacque la leggenda della principessa normanna, il cui fantasma si dice ancora si aggiri tra le torri del castello.