
La prima pietra fu posta nel 1651, probabilmente su progetto di Carlo d’Aprile, con la supervisione del cappuccino fra Pietro da Genova. L’edificio, nato per sostituire la precedente residenza dei Moncada, avrebbe dovuto affacciarsi con un maestoso prospetto sulla Strada Grande. I lavori, però, si interruppero a causa dell’esilio del principe Luigi Guglielmo Moncada, coinvolto in una congiura antispagnola, lasciando il palazzo incompiuto ma ugualmente maestoso.
Tra gli elementi decorativi più affascinanti spiccano i mensoloni in pietra scolpiti con figure antropomorfe e zoomorfe, destinati a sorreggere la lunga balconata del piano nobile, e le cornici finemente lavorate di porte e finestre.
Oggi il Palazzo Moncada restaurato è un importante centro culturale della città: ospita mostre, concerti, eventi e, al piano ammezzato, il Museo Michele Tripisciano, dedicato al celebre scultore nisseno. Nelle sue sale è possibile ammirare opere che ripercorrono l’intera carriera dell’artista, dai bozzetti giovanili fino ai lavori per i grandi monumenti romani, come il celebre monumento a Gioacchino Belli a Roma.
La famiglia Moncada, conti di Caltanissetta e principi di Paternò, governò la città per oltre quattro secoli, trasformandola da borgo rurale a centro urbano di rilievo, arricchito da chiese, palazzi e una nuova organizzazione urbanistica.
Oltre al palazzo, i Moncada fecero costruire il Reclusorio delle Orfane, destinato ad accogliere e proteggere dodici fanciulle povere: un’opera di beneficenza che testimonia l’impegno della famiglia anche in campo sociale.
Visitare oggi il Palazzo Moncada significa immergersi nella storia, nell’arte e nelle leggende di Caltanissetta, scoprendo uno dei luoghi simbolo più affascinanti della città.