Michele Tripisciano

Michele Tripisciano, valente scultore nisseno, acquistò nel breve arco della sua vita un rilievo internazionale.
Era nato a Caltanissetta il 13 luglio 1860, da una modesta famiglia: il padre, Ferdinando, era un vasaio che produceva brocche e laterizi, nella cui bottega Michele imparò presto a modellare piccole figurine di creta per il presepe. Si accorse di lui un importante personaggio della città, uno dei protagonisti della svolta politica legata all´unità d´Italia, il barone Guglielmo Luigi Lanzirotti il quale volle che il giovanissimo Tripisciano andasse a studiare a Roma presso l´Ospizio San Michele ed in seguito presso lo studio di Francesco Fabi Altini, scultore accademico romantico, da cui apprese a modellare figure morbide e flessuose.

Le opere di quegli anni mostrano l´autonoma crescita artistica del giovane Tripisciano che imparò ad unire alla delicatezza del modellato anche un´attenzione per il pathos e per l´interiorità dei suoi soggetti. Nel 1888 aprì uno studio da solo e vinse diversi concorsi, tanto che lo stesso papa Leone XIII lo incaricò di costruire due fontane a Carpineto, sua città natale.

Gli anni successivi furono ricchissimi di produzione: alcuni busti per il Pincio e per il Gianicolo, gli angeli della Chiesa di Sant’Andrea della Valle, e gran parte della decorazione scultorea della Chiesa di San Gioacchino a Roma.

Fu chiamato a scolpire le due statue in marmo degli oratori Paolo e Ortensio, che ornano il cortile d´onore del Palazzo di Giustizia di Roma, e a contribuire alla decorazione dell´Altare della Patria a Roma, per cui modellò la figura della Sicilia.

Ma la più grande soddisfazione forse per Tripisciano fu quella di aver avuta assegnata la realizzazione del monumento a Gioacchino Belli nella piazza a lui dedicata.

Nel 1900 fu insignito della croce di cavaliere e nel 1912 ricevette l´onorificenza di cavaliere dell´ordine di San Maurizio e Lazzaro.

Tripisciano, pur abitando stabilmente a Roma, mantenne intensi rapporti con la terra natale per cui realizzò alcune delle sue opere più interessanti: la Madonna in trono con il Bambino, gruppo in marmo del 1895 per la cappella gentilizia del conte Testasecca nel Cimitero Monumentale degli “Angeli” di Caltanissetta. L’opera, di finissima fattura, rappresentò l’Italia nell’Esposizione di Parigi e fu premiata in quelle di Roma del 1901 e di Barcellona del 1902. Nel 1891 aveva realizzato il busto marmoreo di Vittorio Emanuele II per la Villa Amedeo. Aveva preparato il bozzetto del gruppo scultoreo con il Tritone e cavallo marino per la fontana di Piazza Garibaldi a Caltanissetta e quello per il monumento del re Umberto I che però vennero realizzati in bronzo diversi anni dopo la morte dello scultore.

A Caltanissetta morì, il 21 settembre 1913, donando alla sua città tutto il patrimonio di sculture e bozzetti presenti nel suo studio di Roma e che ora sono esposte nel Museo a lui dedicato nel Palazzo Moncada.

Descrizione

Itinerario Scoprendo Tripisciano

Michele Tripisciano, famoso scultore nisseno vissuto tra il 1860 e il 1913, operò per gran parte della sua vita a Roma dove ha lasciato il segno della sua arte. Ma anche a Caltanissetta, sua città natale a cui rimase legato profondamente, è possibile seguire un itinerario che metta in luce le sue doti artistiche.

L´itinerario prende le mosse naturalmente dal Palazzo Moncada: il piano ammezzato, dedicato allo scultore, conserva tutti i bozzetti e le opere che si trovavano nel suo studio di via Aureliana a Roma che lo scultore volle donare alla sua città per testamento. È una raccolta straordinaria che permette di vedere, attraverso vari passaggi, lo studio e l´evolversi della sua creatività.

Dopo aver visitato il Museo Tripisciano è possibile vedere la casa natale dello scultore che si trova nello stesso quartiere a pochi passi dal museo.

Tornati su corso Umberto è ben visibile il monumento ad Umberto I, dinanzi la facciata della chiesa di Sant’Agata al Collegio. L´opera è stata fusa in bronzo su bozzetto di Tripisciano circa dieci anni dopo la sua morte.
Più avanti, nella chiesa di Santa Lucia, ricostruita dopo il bombardamento, vi è un Crocifisso in bronzo che il nostro scultore donò alla chiesa come segno di riconoscenza per aver riacquistato la vista da bambino.

Sulla Piazza Garibaldi, una bella fontana con un Cavallo Marino e un Tritone in bronzo: il bozzetto di Tripisciano venne adoperato per fare una fontana in marmo a Marino e questa in bronzo per Caltanissetta, che però venne realizzata solo dopo la guerra, nell´opera di ricostruzione dei danni provocati dai bombardamenti. Presso la Camera di Commercio, adiacente alla Piazza è visibile il ritratto del barone Guglielmo Luigi Lanzirotti, benefattore e mecenate, che riconobbe le capacità artistiche del giovane Tripisciano e ne finanziò gli studi e le opere.

Percorrendo il corso Vittorio Emanuele si giunge alla piazzetta Tripisciano, in cui è visibile il ritratto dello scultore fatto da Quattrini.

Presso il Museo Diocesano è conservato un finissimo marmo intitolato “Maria Addolorata” e di fronte, presso il Palazzo della Prefettura due busti, uno giovanile che ritrae Francesco Petrarca ed un altro della maturità, che rappresenta un volto di un vecchio dai tratti veristici, che si intitola ” Quei bei tempi non tornano più”.
Presso la Villa Amedeo si trova, poi, il monumento a Vittorio Emanuele II.

L´itinerario dedicato a Tripisciano si potrebbe chiudere con una visita al Cimitero monumentale degli Angeli dove si trova la tomba di Tripisciano presso la cappella Lanzirotti, una bellissima Madonna in trono presso la cappella Testasecca e i busti dei baroni Morillo di Trabonella presso l´omonima cappella.